Come abbiamo già scritto su Tutto Cambogia, Sihanoukville è una città recente. Fu fondata negli anni cinquanta del secolo scorso quando nacque l’esigenza di avere un porto adatto al tonnellaggio delle navi moderne. Fino ad allora il porto della Cambogia era Kampot, sede di un intenso traffico commerciale con Singapore. Navigare le coste cambogiane non è mai stato facile per via della loro conformazione, senza contare la mancanza di cartine nautiche adeguate durata sino a quando le potenze coloniali, Francia ed Inghilterra, si lanciarono in una corsa alla mappatura, nella speranza di assumere poi il controllo del territorio.
Sihanoukville ha tutta l’atmosfera tipica di queste città portuali: da un lato un milieu non proprio immacolato e dall’altro delle bellezze naturali davvero notevoli. Se Marsiglia ha avuto in Jean-Claude Izzo il suo cantore, Sihanoukville ha (fatte le debite differenze) il sito khmer440 che quasi quotidianamente racconta cronache che si fatica a credere vere, ma lo sono. In ogni caso la maggior parte dei turisti che arriva in questa città è attratta dalle sue isole, tra le quali Koh Rong Samloem dove si trova la Saracen Bay ossia una baia dalla storia molto interessante.
L’isola Koh Rong Samloem
Situata non distante dalla più famosa Koh Rong, l’isola di Koh Rong Samloem è apprezzata per la sua atmosfera più rilassata e per il suo “fascino selvaggio”. Il nome della sua baia deriva da un brigantino inglese che approdò qui intorno alla metà del XIX secolo, sotto il comando del capitano John Richards nel corso di una missione in Asia durata ben 5 anni. La Cambogia a quel tempo si trovava tra due imperi coloniali in lotta tra loro. Quello inglese che si estendeva su India e Birmania e quello francese che andava formandosi in Indocina, molto interessati al controllo delle rotte marittime cambogiane.
Questo si ripercosse anche nella mappatura delle coste della Cambogia, soprattutto grazie agli inglesi che nel 1795, durante una guerra con la Francia, fondano il primo ufficio dedicato alla stesura di mappe alla cui direzione venne nominato Alexander Darlympe, il primo idrografo della Royal Navy. Sino ad allora, essendo la mappatura molto costosa, i capitani delle navi dovevano redigere da soli le proprie mappe basandosi su informazioni private. In questo campo il predominio assoluto era della East India Company inglese che soppiantò presto le antiche mappe portoghesi, francesi, olandesi e svedesi.
Le mappe della zona
Lo sviluppo delle nuove carte nautiche permise di navigare con sicurezza sempre più al largo, evitando pericoli come il famigerato Rosita Rock, uno scoglio nei pressi dell’imboccatura per Kampot così chiamato dal nome di una delle varie barche affondate nei suoi pressi. Ancora oggi nella baia di Kompong Som vengono fatte spedizioni alla ricerca di relitti sommersi magari contenenti antichi tesori. Nel 1813 e nel 1826 vennero quindi fatte ricognizioni più accurate, proprio il compito affidato alla Saracen che nel corso del suo viaggio arrivò ad effettuare mappature sino a Taiwan e nello stretto di Tsuga, in Giappone.
La prima mappa moderna ufficialmente riconosciuta della costa cambogiana, realizzata proprio dall’equipaggio del capitano Richards, è stata recentemente donata agli archivi nazionali della Cambogia dalla Cambodian Cyclo and Careers Association (CCCA). Redatta nel 1860, su dati raccolti tre anni prima, questa mappa è stata ritrovata negli anni novanta del XX secolo dallo storico Robert Philpotts in un libro posseduto dalla National Library di Londra. In seguito Philpotts è diventato docente presso la Cyclo Association ed ha realizzato una copia del documento presso l’Ufficio Idrografico inglese.
Anche su di un’isola come Koh Rong Samloem, in gran parte ricoperta dalla giungla, si possono così ritrovare tracce di un passato molto affascinante, fatto di esplorazioni, contese ed avventure, come quella del brigantino Saracen e del suo equipaggio.