L’antica capitale di Longvek: una luce nel buio

longvek una delle antiche capitali della cambogia

Non ha i mai sentito parlare di Longvek in Cambogia? Il 1431 rappresenta per la Cambogia una triste data. Si tratta infatti dell’anno in cui Angkor venne saccheggiata dal re siamese Boromoraja II, dando inizio ad un periodo tradizionalmente ritenuto un’epoca di decadenza. In realtà il declino era già in corso da tempo, come da tempo erano in atto sommovimenti nella geografia politica del sudest asiatico. Il regno di Ayutthaya era in piena espansione al confine occidentale della Cambogia, mettendo inoltre fine al regno laotiano di Lan Xang, mentre sui confini sudorientali premevano i regni Dai-Viet, antenati dell’odierno Vietnam.

Una nuova capitale

La corte khmer in fuga da Angkor, troppo esposta agli invasori siamesi, si diresse verso l’area in cui si trova Phnom Penh, decidendo infine di fondare una nuova capitale: Longvek. Fu il re Ang Chan a scegliere il sito della nuova città, a metà strada tra Phnom Penh ed il Tonlé Sap in quella che oggi è la provincia di Kampong Chhnang. I lavori iniziarono nel 1553 e come nome venne scelto Longvek che significa incrocio, per sottolineare la grande importanza della sua posizione geografica, particolarmente favorevole ai commerci grazie alla vicinanza del delta del Mekong che la proiettava verso il mare ed al commercio internazionale.

Proprio relativamente ai commerci, importanti scoperte archeologiche hanno permesso di guardare sotto una nuova luce quella che sino ad allora era stato considerato un periodo buio per la Cambogia. Gli scavi hanno infatti restituito l’immagine di una città murata dalla forma rettangolare, circondata da una fitta foresta di bambù e da numerosi laghi, al cui interno si potevano trovare porcellane provenienti da Cina e Giappone e dei luoghi per la lavorazione del bronzo. Gli studiosi responsabili dei ritrovamenti di Longvek hanno sottolineato come la storia della Cambogia sempre più si riveli essere non solo Angkor con i suoi magnifici templi.

Longvek fu anche una capitale dove non era raro incontrare stranieri, tra cui spagnoli e portoghesi sempre più presenti sul suolo cambogiano in veste di commercianti, avventurieri, missionari e mercenari. I primi ad arrivare furono Blas Ruiz de Hernán González, che divenne anche il primo occidentale a raggiungere il Laos, Diogo Beloso ed il frate dominicano Gaspar da Cruz. I diari di questi visitatori ci riportano una capitale accogliente, caratterizzata dall’osservanza delle regole buddhiste da parte dei suoi abitanti. A questo periodo risale anche la composizione di una delle più importanti opere letterarie khmer: il Reamker.

La fine di Longvek

L’epoca d’oro di Longvek tuttavia non era destinata a durare a lungo. La potenza espansionistica siamese non era ancora esaurita. Il re Sattha (1576-94) non a caso si circondò di un piccolo esercito composto da spagnoli e portoghesi. Tuttavia fu tutto inutile dato che le mura di Longvek furono raggiunte nel 1587 dal re di Ayutthaya Naresuan, noto anche come Phra Naret. In tale occasione Longkev si salvò grazie ad una mancanza di rifornimenti dell’esercito invasore ma nulla poté alcuni anni più tardi, quando venne conquistata nel 1594 e gli abitanti vennero deportati per ripopolare alcune zone siamesi spopolate dalle guerre con i birmani.

Longvek venne saccheggiata ed i conquistatori ripartirono con i tesori della capitale khmer. Tra questi le leggendarie statue di Preah Ko e Preah Kaew che si dice contenessero sacri testi scritti in oro da cui i siamesi avrebbero tratto un’immensa conoscenza. Secondo la leggenda quando le statue lasceranno Bangkok per tornare al loro luogo d’origine, la Cambogia tornerà a primeggiare sul Siam. I decenni successivi videro un susseguirsi di regnanti deboli e manovrati dai nemici stranieri. Questo fino a quando nel 1618 il re Chey Chetta II, una volta ottenuto una certa indipendenza dal Siam, fondò una nuova capitale: Oudong.

La cittadina di Longvek oggi

Oggi Longvek è un villaggio a circa 50km da Phnom Penh, possibile meta per una escursione dalla capitale cambogiana e situata strada nazionale che unisce questa a Kampong Chhnang. Le tracce del grandioso passato sono poche, anche a seguito delle distruzioni dovute alla guerra civile cambogiana. I templi presenti sono abbastanza recenti, come il complesso di Wat Prang o quello di Wat Vihear Kuk il cui nome significa misteriosamente “tempio prigione”. Altro luogo che potrebbe suscitare interesse è il Prasat Sosar 120 caratterizzato da 120 pilastri e dietro cui si eleva una collina dove si dice sia sepolto uno dei re di Longvek.

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