Entrare e lavorare in Cambogia, dal 1° settembre cambiano le regole

visti per lavorare in cambogia

Ora che la Cambogia fa ufficialmente parte del novero dei paesi a medio reddito, sembrano essere molte le novità in via di definizione in questo angolo di sudest asiatico. Il cambiamento di status ha infatti modificato i rapporti della Cambogia con i grandi donatori internazionali, spingendo il governo di Phnom Penh a cercare altre fonti di reddito. Naturale che la scelta sia caduta sul settore del turismo, anche grazie alle difficoltà che sta vivendo la vicina Thailandia. Le novità normative riguardano diversi campi tra cui i visti, il permesso per gli stranieri che vogliono lavorare in Cambogia ed i templi di Angkor.

Le novità nei visti

La notizia più interessante è che dal 1° settembre 2016 sarà possibile richiedere visti, sia turistici che business, della durata di uno e tre anni senza limitazione per quanto riguarda ingressi ed uscite dal territorio cambogiano. Al momento non sono ancora state rese note le tariffe per questi visti, ma l’obiettivo dichiarato delle autorità cambogiane è di attrarre 7,5 milioni di turisti entro il 2020, in particolare cinesi e giapponesi. Questo incremento del settore turistico porterebbe – secondo le stesse autorità – ad un notevole incremento dei servizi del paese e del numero dei posti di lavoro disponibili.

Degno di nota anche il fatto che si sia iniziato a parlare di un visto dedicato specificatamente a coloro che decidono di trascorrere la loro pensione in Cambogia. Questo visto (denominato ER) sarebbe dovuto entrare in vigore il 1° agosto, ma questa data è passata senza alcuna notizia in tal senso. Il nodo da risolvere è probabilmente la tassabilità delle pensioni, visto che la legge cambogiana richiede ai viaggiatori che restano nel paese più di 182 giorni la dichiarazione dei loro guadagni a fini fiscali. In ogni caso si tratta di un interessante cammino che la Cambogia inizia a percorrere.

Le novità nel permesso di lavoro

Altra categoria interessata dalle recenti normative è quella di chi lavora o aspira a lavorare in Cambogia. Al momento la Cambogia divide i permessi di lavoro in temporanei e definitivi. Tuttavia è sinora stata pratica abbastanza comune che molti stranieri lavorassero nel paese senza un vero e proprio permesso, la cui richiesta era spesso trascurata dai datori di lavoro. Sempre dal 1° settembre sarà invece necessario fare una domanda on line presso il neocostituito Foreign Workers Centralized Management System; questo il sito di riferimento www.fwcms.mlvt.gov.kh. La comunicazione delle autorità preposte ha anche stabilito tempistiche e costi del nuovo processo di richiesta.

La normativa prevede che aziende, imprese e chiunque assuma uno straniero debba compilare la richiesta per l’apposita quota entro il 30 novembre 2016, mentre le richieste individuali dovranno essere presentate entro il 31 marzo 2017. I costi saranno di 30$ per ogni lavoratore straniero assunto più ulteriori 30$ per nuove emissioni o rinnovi di permessi di lavoro. Inoltre ogni richiedente dovrà utilizzare la propria documentazione sullo stato di salute ma pagando prima 20 mila riel (circa 5$) e richiedendo quindi un certificato presso il Department of Occupational Health and Safety.

Le novità nei templi di Angkor

Ulteriori novità sono poi in vista nel luogo più famoso della Cambogia, vale a dire i templi di Angkor. Dopo le nuove norme di condotta, di cui abbiamo già scritto, ecco arrivare una revisione delle tariffe, secondo le autorità per adeguare il costo dell’ingresso al meraviglioso parco archeologico a quello di altre attrazioni di fama mondiale. Da febbraio 2017 le nuove tariffe saranno le seguenti:

  • 1 giorno 37$ invece degli attuali 20$
  • 3 giorni 62$ invece degli attuali 40$
  • 7 giorni 72$ invece degli attuali 60$

Le autorità che gestiscono il parco hanno poi dichiarato che sarà proibito giocare a Pokemon Go tra i templi. Inoltre sarebbe in corso la discussione per permettere agli espatriati impegnati nel settore turistico (stimati in 500 unità) di entrare ad Angkor senza il pagamento di alcuna tariffa. Il compito di questi espatriati sarebbe, secondo le suddette autorità, quello di consigliare ad altri stranieri la visita al complesso di templi, anche se non è del tutto chiaro come questo possa avvenire. Per avere libero accesso ad Angkor i 500 fortunati dovranno fornire permesso di lavoro e residenza in Cambogia.

Nei primi sette mesi del 2016, i templi di Angkor hanno attratto 1.260.270 turisti stranieri, con un aumento dell’1,76% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, generando un guadagno di 35,87 milioni di dollari, con un aumento in questo caso del 2,33%. Il settore turistico sembra quindi essere sempre più il motore trainante dell’economia cambogiana, anche vista la crisi che attraversa quello tessile manifatturiero, caratterizzato da tensioni sempre più crescenti. La Cambogia è un paese in profondo cambiamento, il che si si riflette in ogni campo toccando sia cambogiani che stranieri.

Nota: questo articolo è stato scritto nel 2016, per info più aggiornate contatta le autorità competenti.

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