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Qualche tempo fa, qui su Tutto Cambogia, abbiamo dato notizia dei cambiamenti avvenuti per quanto riguarda la gestione del sito archeologico più importante di tutta la Cambogia: i templi di Angkor. In quel momento, la questione si configurava come un intervento del governo cambogiano contro lo strapotere dell’impero economico gestito dal magnate Sok Kong. Col passare dei mesi, tuttavia, delle novità hanno finito con il coinvolgere i turisti in visita ai templi. Prima è entrata in vigore una policy per foto e video, poi è stato pubblicato un codice di condotta ed ora nuove sono in corso d’opera nuove modalità per l’acquisto dei biglietti.
Andiamo quindi a vedere con ordine il sistema di regole che tocca direttamente coloro che vogliono visitare questo splendido patrimonio dell’umanità. Va comunque detto che le nuove norme di condotta non sono direttamente collegate ai cambiamenti nella gestione del sito. Sono invece frutto della collaborazione tra monaci cambogiani, guide ed operatori turistici, autorità locali e rappresentanti dell’UNESCO (i templi di Angkor sono patrimonio dell’umanità dal 1992). Gli incontri tra queste diverse realtà sono durati ben due anni, quindi si direbbero delle norme ben pensate nel rispetto di tutti.
Foto e video
Dal 1° dicembre tutti i giornalisti, le aziende ed anche i turisti che abbiano intenzione di guadagnare con le immagini di Angkor devono richiedere un apposito permesso gratuito. Secondo le parole di Long Kosal, responsabile comunicazione di Apsara, ente governativo che sovraintende al sito di Angkor, queste misure sono state prese per limitare l’uso a fini commerciali delle immagini raffiguranti questi bellissimi templi. Ora chi vuole fare foto e video per tali fini deve fare richiesta in anticipo presso gli uffici di Apsara, per essere quindi accompagnato a fotografare o filmare secondo la richiesta fatta.
Abbigliamento
Il 1° gennaio 2016 è entrato in vigore il nuovo codice di condotta, ossia il sistema di regole che più tocca i visitatori dei templi di Angkor. La parte più rilevante è sicuramente quella che riguarda l’abbigliamento. Sono infatti ora obbligatori abiti che non lascino scoperte le spalle o le gambe sopra il ginocchio. La direzione verso cui le autorità cambogiane sembrano voler andare, è quella della riaffermazione del carattere religioso del sito di Angkor. Un aspetto del luogo che forse è andato perso per via dell’imponente afflusso di visitatori negli ultimi anni, come vedremo visitatori non sempre rispettosi.
Comportamento
Sempre nell’ottica di salvaguardare la religiosità dei templi di Angkor, il nuovo codice di condotta prevede anche delle norme che regolano il comportamento dei turisti. Sono infatti ora proibiti gli schiamazzi, la musica ad alto volume, il fumo e le foto fatte ai monaci senza avere prima chiesto il permesso. Inoltre viene proibito di dare soldi o caramelle ai bambini, volendo così fermare una possibile abitudine all’elemosina che sarebbe incoraggiata dagli incauti visitatori. Una tra le norme più particolari, oltre al divieto di scalare rocce o templi, vieta l’esposizione di nudità all’interno del complesso archeologico.
Pessimi turisti
Il divieto di fare foto nudi all’interno dell’area ha la sua origine in una moda davvero stupida, che rischiava di prendere piede ad Angkor. Nel 2015 diversi turisti sono stati infatti arrestati per avere posato nudi all’interno dei templi: due sorelle americane, tre turisti francesi ed una modella cinese. Una moda, questa, forse degna non di viaggiatori ma di bambocci viziati di cui Angkor non è l’unica vittima. Le autorità cambogiane contano molto sul fatto di riuscire ad eliminare queste pratiche, ritenute non rispettose sia del luogo che degli altri turisti.
Biglietti on line e nuove aperture
Tra le novità non ci sono solo regole da rispettare ma troviamo anche delle innovazioni che si vogliono realizzare. Il ministro dell’economia cambogiano, Aun Pornmoniroth, ha dichiarato che verrà presto realizzato un sistema di prenotazione on line dei biglietti per accedere ai templi di Angkor. I visitatori potranno pagare con carta di credito, caricare la loro foto e ritirare il biglietto una volta giunti al sito archeologico che, dall’entrata in vigore del nuovo codice di condotta, apre alle 5:30 del mattino, permettendo in questo modo agli amanti del sole nascente sull’Angkor Wat di godesi ancora meglio lo spettacolo.
Dietro a tutta queste serie di innovazioni sicuramente c’è la volontà di aumentare la trasparenza finanziaria rispetto alla precedente gestione. Il tutto tramite una sinergia tra ministero dell’economia e ministero del turismo, migliorando inoltre l’immagine internazionale del sito di Angkor. Ma soprattutto c’è la volontà di sottolineare con queste nuove regole l’importanza e la religiosità del luogo, un aspetto che, come detto, forse troppi turisti rischiano di dimenticare. Se queste norme impediranno a Siem Reap di diventare l’ennesimo angolo d’Asia distrutto da un turismo volgare e irriguardoso lo sapremo col tempo, per ora ognuno di noi deve fare la sua parte, ossia rispettare la Cambogia ed il suo popolo.