In Cambogia sulle tracce dei khmer rossi, per non dimenticare

la memoria dei khmer rossi

Il periodo in cui il paese era retto dalla dittatura dei khmer rossi, è ancora oggi in Cambogia un tema complesso. Negli ultimi anni la Cambogia ha vissuto un notevole progresso economico, tanto da diventare un paese considerato a medio reddito. Tuttavia i conti con il proprio passato recente restano una questione spinosa. Questo è stato dimostrato dal sostanziale fallimento del tribunale incaricato di giudicare i crimini di coloro che ressero il paese agli ordini di Pol Pot. Il governo cambogiano, guidato da un ex khmer rosso passato poi ai vietnamiti, si trova a dover decidere cosa fare di questo passato ingombrante, una scelta non certo facile.

Tra la popolazione il ricordo degli anni della Kampuchea Democratica è ancora vivo tanto che secondo Youk Chhang, direttore del Centro di documentazione della Cambogia, ritiene sia ancora diffusa la sindrome da stress post traumatico sia tra i sopravvissuti al regime dei khmer rossi che tra i loro figli. Anche per l’analista politico Ou Virak il passato gioca ancora un ruolo predominante nella Cambogia di oggi, nonostante la popolazione sempre più giovane e l’attenzione buddhista alla prossima vita non aiutino a fare giustizia nel presente. In Cambogia sono molti oggi le persone che dedicano il loro impegno al ricordo di quel periodo.

Le iniziative della memoria

Estremamente interessante l’iniziativa del Dipartimento media e comunicazione dell’università di Phnom Penh che, con l’aiuto di organizzazioni non governative tedesche, ha lanciato il progetto Mapping Memories Cambodia (MMC). Gli studenti e gli insegnanti di questo dipartimento hanno creato un sito ed una app, il cui nome è lo stesso del progetto, dove si possono caricare storie e ricordi legati al tragico periodo. Il team editoriale si preoccuperà di verificare le informazioni, con il supporto del Centro di documentazione della Cambogia, in precedenza noto come Archivio centrale della storia dei khmer rossi.

Il progetto ha permesso di raccogliere tantissime storie provenienti dalle parti più diverse della Cambogia, come le provincie di Phnom Penh, Sihanoukville, Battambang, Banteay Meanchey, Siem Reap e Kampong Thom. Secondo Ung Bun Y, direttore del citato dipartimento, il progetto ha diversi obiettivi: sensibilizzare i giovani ad un passato che non conoscono direttamente e l’uso della moderna tecnologia per investigare il passato del paese, un passato in cui sono radicati molti problemi che ancora oggi affliggono la Cambogia. Inoltre il progetto permette ai giovani di capire l’importanza di temi quali i diritti umani ed i doveri civici.

L’importanza della memoria

L’importanza di progetti come MMC risiede anche nell’impedire che in Cambogia si sviluppi un turismo storico, presente anche in paesi come il vicino Laos, senza che il terribile passato diventi un pretesto per gli amanti del dark tourism, ossia una degenerazione del turismo alla ricerca del macabro e priva di rispetto, un tema sentito ad esempio in aree come l’ex Unione Sovietica. Il confine tra educazione storica e dark tourism potrebbe presto diventare in Cambogia un dibattito che orienti le scelte politiche ed economiche, visto la continua ed esponenziale crescita del settore turistico e gli interessi economici ad esso collegati.

Khmer rossi ed i luoghi simbolo

Un posto dove questo potrebbe accadere è Anlong Veng, remota cittadina sui monti Dangrek nei pressi del confine thailandese e ultima residenza di Pol Pot. Dopo l’invasione vietnamita del 1979 questo fu uno dei luoghi in cui i khmer rossi si ritirarono per portare avanti la loro guerriglia, spesso commerciando in legname o pietre preziose con la vicina Thailandia, come a Pailin altro loro feudo. Oggi ad Anlong Veng possono essere trovati luoghi come quello in cui Pol Pot venne cremato oppure la casa di Ta Mok. In realtà possono essere trovati anche gli stessi khmer rossi diventati contadini dopo gli accordi di pace del 1998.

Anlong Veng è un luogo emblematico del rapporto che la Cambogia mantiene con il suo passato, ma anche con il suo presente. A poca distanza dal luogo della cremazione di Pol Pot si trova infatti il Sangam Resort con annesso casinò, dagli innumerevoli servizi di primo livello e dalle lussuose macchine con targa thailandese. Come spesso accade nel sudest asiatico le zone di frontiera diventano aree di speculazione, meta per i nuovi ricchi alla ricerca di svago e divertimento. Ma qui la questione assume un sapore diverso, pensando al passato anche recente di questo angolo di Cambogia viene da riflettere su cosa sia successo.

Anche a Phnom Penh ci sono diversi luoghi in cui rintracciare il passato cambogiano, valutandone gli effetti sul presente. Proprio qui, nel 2018, il primo ministro Hun Sen arrivato al potere sui carri armati vietnamiti, ha celebrato il ventennale della resa dei khmer rossi. Oggi i luoghi in cui poter ritrovare le tracce di quella Cambogia sono vari, a partire da Tuol Sleng, la famigerata ex prigione S-21, il cui direttore di allora è stato intervistato in un libro di un grande esperto di Storia cambogiana come David Chandler. Molto visitati sono anche i Choeung Ek Killing Fields, Phnom Ta Reach ed ovviamente il Museo Nazionale della Cambogia.

Qualche pensiero finale

In conclusione il tema dei khmer rossi in Cambogia resta spinoso, ancor più se declinato in chiave turistica. Progetti come Mapping Memories Cambodia sono fondamentali per un recupero della memoria storica che guardi al futuro, tentando di arrivare ai più giovani e rendendoli parte della coscienza collettiva di un popolo. Un percorso che può essere fatto con molti mezzi, anche con l’uso di strumenti come mappe interattive e smartphone.

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Related Posts