È arrivato il momento di ricostuire. Queste le parole di Arnaud Darc, una delle personalità più influenti nel settore dell’industria turistica cambogiana. Presidente dell’associazione ristoratori di Cambogia ed a capo del Thalias Hospitality Group, in una recente intervista Darc ha evidenziato come il paese del sudest asiatico abbia grandi progetti di sviluppo per i prossimi anni.
Per quanto riguarda Siem Reap, il piano di sviluppo prevede entro il 2035 una serie di interventi in tutta la provincia finalizzati alla ripresa economica di un’area chiave per il turismo, seconda fonte di entrate per il bilancio del paese e duramente colpito dalla pandemia.
I punti chiave del programma
Oltre al recupero dei servizi turistici, il piano governativo prevede anche lo sviluppo del settore agricolo, il sostegno a piccole e mede imprese, nonché la formazione di una forza lavoro più qualificata. Punto centrale sarà la collaborazione tra settore pubblico ed impresa privata, una direzione già intrapresa nel corso del progetto Siem Reap Smart City, avviato nel 2020 all’interno di un più ampio progetto ASEAN che intende creare una rete di collegamento tra città smart, in modo da governare la crescita urbana della regione ricorrendo a finanziamenti da parte di realtà esterne all’associazione, per esempio Australia e Giappone.
Se questa sia un’iniziativa volta a contrastare l’influenza cinese è tema di dibattito, resta il fatto che proprio il Giappone è il partner commerciale delle autorità di Siem Reap, che partecipa al programma insieme a Phnom Penh e Battambang. L’obiettivo è quello di modernizzare le infrastrutture delle aree interessate, creando come detto una vera e propria rete di connessione tra città tecnologicamente avanzate. I gruppi di studio stanno al momento proseguendo il lavoro di individuazione dei bisogni della popolazione, senza dubbio con un occhio di riguardo per la ripresa del turismo che ruota attorno al complesso di Angkor
Il futuro di Siem Reap Smart City
Tornando al piano Siem Reap Smart City 2021-35, questo prende in considerazione diverse attrazioni turistiche da sviluppare creando un vero e proprio circuito. Tra queste troviamo il parco nazionale di Phnom Kulen, Banteay Srey dove sono previste attività agro-turistiche, l’area del Tonlé Sap dove sorgeranno cinque nuove mete dedicate all’eco-turismo ed ovviamente non poteva mancare una parte del progetto rivolta ai templi di Angkor. Le autorità cambogiano hanno indicato come priorità la salvaguardia del complesso archeologico, lo sviluppo delle sue infrastrutture ed il miglioramento della gestione del flusso di turisti.
Per quanto riguarda invece più propriamente Siem Reap, qui i cambiamenti nel paesaggio urbano saranno davvero notevoli. L’idea è quella di farne un centro turistico assolutamente tecnologico con infrastrutture di primo livello. Qui i visitatori troveranno alberghi di lusso, campi da golf, un centro medico di livello internazionale, parchi a tema, un centro espositivo, centri commerciali e molto altro. Insomma l’idea è di rendere Siem Reap molto diversa da quella conosciuta sinora, il flusso di denaro previsto è notevole, basti pensare ai lavori che stanno interessando la Road 38, per cui sono stati stanziati ben 150 milioni di dollari.
Le nuove infrastrutture della Cambogia
Quello della rete stradale cambogiana è un altro tema legato al governo di Phnom Penh, negli ultimi decenni le opere pubbliche si sono concentrate sulla costruzione di strade e ponti sul Mekong, ora l’obiettivo è incentivare l’uso delle auto elettriche, anche con sgravi fiscali. Tra gli altri progetti ci sono l’implementazione del trasporto su rotaia, il potenziamento dell’energia prodotta dai pannelli solari, la produzione di fertilizzanti da materiale di scarto ma anche un importante lavoro di conservazione della memoria del paese, un’attività già intrapresa da anni dall’innovativo Angkor Database proprio di Siem Reap.
In merito ai finanziamenti previsti per i piani di sviluppo del paese, le autorità cambogiane hanno tenuto a sottolineare che i finanziamenti non sono solo cinesi, come dimostra lo stesso progetto Siem Reap Smart City. L’aiuto di Pechino è infatti un aiuto scomodo, spesso non amato dalle stesse popolazioni locali che accusano la Cina di creare circuiti economici chiusi dove il denaro arriva e torna in terra cinese. Sihanoukville, completamente trasformata dagli investimenti cinesi, è recentemente stata dichiarata zona economica speciale sul modello di Shenzen, vedremo quale sarà il futuro di Siem Reap, sempre più smart!
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