Bon om touk: la festa dell’acqua e la nascita della Cambogia

Bon om touk festa dell'acqua in cambogia

La festa dell’acqua, bon om touk, è una tra le più importanti festività celebrate in Cambogia. Questa cerimonia cade tra solitamente in novembre. Segna la fine della stagione delle piogge e l’inversione delle acque del fiume Tonlé Sap, un fenomeno fondamentale per la vita del popolo khmer.

L’importanza di questo evento è tale che le celebrazioni sono presiedute dallo stesso sovrano, si organizzano gare di barche e si festeggia per ben tre giorni in ogni angolo del paese. Ogni città si anima per celebrare al meglio questo rito che rimanda alla leggenda della nascita della stessa Cambogia.

Cosa succede durante il bon om touk

Nei tre giorni di festa del bon om touk si tengono banchetti, si organizzano spettacoli di fuochi d’artificio, di musica e di danze. Ma l’evento più coinvolgente restano le gare di barche, le principali delle quali si tengono a Phnom Penh ed Angkor. L’importanza di questa cerimonia è tale che le barche vengono addirittura benedette dai monaci e molti templi organizzano dei propri equipaggi. L’origine di questa tradizione è datata al 1177, quando una flotta di invasori cham venne sconfitta dopo essere riuscita a saccheggiare Angkor, dove era giunta tramite il Tonlé Sap. Da allora il popolo khmer ricorda questa vittoria.

Le gesta di Jayvarman VII, vincitore dei cham, non sono l’unico rimando alla Storia della tre giorni di festa del bon om touk. L’inversione delle acque del fiume Tonlé Sap è un fenomeno che regola la vita dei cambogiani da sempre. Durante la stagione delle piogge il Mekong si ingrossa a tal punto da non permettere al più piccolo Tonlé Sap di confluire. La conseguenza è un ingrossamento del lago Tonlé Sap che esce dai suoi argini ed allaga buona parte del paese. La festa delle acque celebra il momento in cui la situazione torna a normalizzarsi e le acque si ritirano.

Il rapporto con l’acqua in Cambogia

Il rapporto con l’acqua è fondamentale nella cultura cambogiana, proprio il fenomeno dell’inversione delle acque appena visto ha degli aspetti di odio e amore verso quell’elemento molto interessanti. Se da un lato l’acqua sommerge la terra, creando problemi, dall’altro la rende fertile, permettendo i raccolti. Anche sui muri di Angkor l’acqua è ben presente attraverso le raffigurazioni dei naga, esseri acquatici la cui origine è nella cultura indiana a cui la Cambogia deve molto. Ma i naga sono anche, secondo la tradizione, all’origine della nascita della Cambogia.

La leggenda vuole che Kaundinya, un bramino indiano, lasciò il suo paese a seguito di un sogno arrivando quindi nella regione del delta del Mekong. Qui incontrò Soma, una nagi che divenne ben presto sua moglie. A quel punto il padre di Soma, il re dei naga, ordinò alle sue truppe di liberare dalle acque un angolo della terra per poter dare un regno ai novelli sposi. Quel regno sarà quello di Funan, l’antico progenitore della Cambogia, di cui parlano anche le cronache cinesi. Simbolicamente questa leggenda rappresenta bene il rapporto dei cambogiani con l’acqua.

Ogni re khmer ha sempre avuto come primo compito quello di mantenere il paese libero dalle acque, perché se l’acqua ritirandosi ha dato vita alla Cambogia, sempre l’acqua potrebbe tornare a sommergerla, come insegna un’altra leggenda, quella del re Senaka. Questi era un sovrano talmente corrotto e feroce, che il re dei naga arrivò al punto di ordinare ai suoi soldati di ributtare fuori tutta l’acqua che avevano già assorbito, decretando così la fine del regno e del malvagio re. Nella mitologia khmer l’acqua ha quindi un ruolo assolutamente centrale.

Di grande interesse anche le rappresentazioni del monte Meru, montagna sacra nella mitologia induista e buddhista, isola nel mare portatrice di molti significati. Le pareti dei templi di Angkor sono dei veri e propri libri aperti per chi li voglia leggere. Ma ricordate che durante la festa dell’acqua potreste avere difficoltà nel trovare una sistemazione, quindi prenotate per tempo.

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