Che la celebre attrice Angelina Jolie abbia un legame speciale con la Cambogia è lei stessa ad ammetterlo. Tutto iniziò nel 2001, quando la Jolie interpretò Lara Croft nel film Tomb Raider, all’interno del complesso di Angkor. Una pellicola che ha reso celebre nel mondo il meraviglioso sito archeologico. Cambogiano è anche Maddox, il primo di quattro bambini adottati dalla star americana in diverse parti del mondo. Oggi Angelina Jolie è ambasciatrice dell’ONU per i rifugiati, ma anche una regista alle prese con il suo quarto film, girato proprio in Cambogia e dal soggetto spinoso: la dittatura dei khmer rossi.
L’amore della Jolie per la Cambogia sembra essere del tutto ricambiato, visto che è stata, tra le altre cose, chiamata a presiedere il comitato d’onore all’ultimo Festival del Cinema tenutosi a Phnom Penh nello scorso dicembre. In tale occasione l’attrice ha sfoggiato il suo ultimo tatuaggio, una scritta in khmer fatta nello stile sak yant. Tuttavia vale la pena notare che questo stile di tatuaggi è utilizzato per lo più in Thailandia ed in Birmania e che, presumibilmente, anche questo tatuaggio in lingua khmer, come il precedente risalente al 2003, è stato fatto nello studio di un celebre tatuatore nei pressi di Bangkok.
Il film di Angeline Jolie sulla Cambogia
Il film che la Jolie sta girando si chiamerà First They Killed My Father e sarà la trasposizione cinematografica del libro omonimo. Chiunque abbia visitato la Cambogia avrà sicuramente notato questo volume in vendita praticamente ovunque. Al pari di diverse altre opere aventi come soggetto le sofferenze patite sotto il regime dei khmer rossi. All’uscita di questo libro l’autrice, l’attivista per i diritti umani Loung Ung, è stata criticata dagli emigrati cambogiani negli USA per avere dipinto, a loro dire, il popolo khmer secondo stereotipi e per il fatto che fosse troppo piccola per avere dei ricordi vividi come quelli descritti.
In un’intervista l’attrice parlando del film, di cui la Ung è co-scrittrice e girato per Netflix, dice che con la sua opera non intende portare sullo schermo l’orrore dei khmer rossi, ma presentare dei personaggi con cui tutto il mondo entrerà in empatia, facendo così conoscere la Cambogia agli spettatori. Inoltre la Jolie, sempre nella stessa intervista, afferma di essere affascinata dal fatto che le vicende siano raccontate da una bambina di 5 anni. I bambini sembrano una costante nella realizzazione di questo film: ulteriore spinta per la Jolie sarebbe quella di entrare più in contatto con il paese di nascita del suo primo figlio adottivo.
Il cast del film
Inoltre la Ung, sempre secondo i suoi detrattori, essendo figlia di un alto ufficiale governativo avrebbe descritto la realtà cambogiana del tempo con una visione distorta dovuta alla sua posizione sociale, ossia dando un’immagine negativa della vita dei villaggi. A voler essere puntigliosi nel libro è anche presente la foto di una gita familiare ad Angkor Wat quando il luogo era ormai sotto controllo delle armate di Pol Pot. Con ogni probabilità la foto fu scattata a Phnom Penh presso il Wat Phnom. Tuttavia è la stessa Angelina Jolie a raccontare che ciò che la spinge a portare il libro sullo schermo non sono i fatti storici.
Il cast del film sarà tutto cambogiano, a partire dal regista Rithy Panh, in questo caso con il ruolo di produttore. Tra gli ingaggiati anche Moeun Chhay, grande cartellonista della cinematografia cambogiana precedente il regime dei khmer rossi. Regime sotto il quale sopravvissero solo 3 dei 400 film cambogiani fino a quel momento realizzati. Verso la Cambogia del periodo precedente alla presa del potere da parte di Pol Pot sta sorgendo nuovo interesse. Questo viene mostrato dal film Golden Slumbers (2011), l’esibizione Birds of Paradise del 2013 ed il documentario Don’t think I’ve forgotten, dedicato al rock’n’roll in Cambogia.
L’impegno della Jolie
Altamente significativo il fatto che, per necessità di ripresa, sia stata ricreata la presa di Phnom Penh da parte dei khmer rossi avvenuta il 17 aprile del 1975. La questione in Cambogia è ancora oggi delicata e non priva di conseguenze sulla vita politica e sociale. In alcune zone del paese – come Anlong Veng – si possono incontrare ex-guerriglieri che furono con Pol Pot. Dopo la guerra, inoltre, numerosi khmer rossi entrarono al servizio dello stato in posizioni ufficiali spesso detenute ancora oggi. Il processo di pacificazione non fu facile e forse non è nemmeno tutt’ora concluso, c’era davvero bisogno di un film come questo?
L’impegno della Jolie in Cambogia non è in discussione, visto che lo stesso re Norodom Sihamoni ha per decreto speciale concesso la cittadinanza cambogiana all’attrice per premiarne l’operato nel paese. Dal 2003 è attiva la fondazione Maddox Jolie Pitt che si occupa di conservazione ambientale, povertà rurale e difesa dei diritti delle donne. La stessa fondazione ha poi comprato 60mila ettari di terreno cambogiano infestato dai bracconieri, facendone una riserva naturale. Sicuramente tutto questo ha fatto del bene alla Cambogia che tuttavia, forse, meriterebbe qualche stereotipo di meno. Una questione davvero complessa.